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lunedì 30 maggio 2011

Nel corso dei secoli e dei vari cambiamenti epocali che si sono susseguiti nelle forme di convivenza civile, l'uomo ha sempre cercato di costruire intorno a sé un ambiente familiare, cioè, un luogo riservato e riparato dal resto della società, entro il quale costruirsi quel mondo di relazioni affettive personale che caratterizza l'esistenza degli esseri umani. Nel percorso che arriva alla formazione di un nuovo nucleo familiare, cioè di una riproduzione in miniatura della società circostante, gli esseri umani hanno sempre cercato di introdurre delle specifiche e ben precise forme che regolassero l'evoluzione degli eventi, stabilendo ad esempio che si potesse arrivare ad un matrimonio solo dopo un fidanzamento. In questo senso, in passato, non per caso venivano a formarsi determinate famiglie: alla base della scelta dei partner che andavano poi incontro ad un fidanzamento, nell'accezione più moderna del termine, non c'erano soltanto i desideri delle due persone, anzi, le due rispettive famiglie avevano un ruolo attivo. Proprio in ragione di come veniva in passato concepito il matrimonio, è ben facile comprendere a cosa servisse a suo tempo il fidanzamento: si trattava di una sorta di rito di passaggio, cioè, una tappa intermedia attraverso la quale, poi, si poteva giungere alla destinazione finale, cioè, il matrimonio. Proprio perché il matrimonio era frutto della volontà delle famiglie, piuttosto che delle due persone direttamente interessate, il fidanzamento era una concepito come una sorta di garanzia del futuro matrimonio.